Secondo il Wall Street Journal, tra i profili delle mamme di tutti i Paesi e di tutti i continenti le mamme italiane sono le migliori
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Mamma, solo per te la mia canzone vola… recitava Beniamino Gigli e poi milioni di italiani in una vecchia, melodiosa canzone in onore della mamma, ma di tutte le mamme italiane, le mamme migliori al mondo. Ma non è solo una canzone o l’opinione e l’orgoglio degli italiani a confermare e rafforzare l’idea che le madri italiane siano le migliori, ma un’analisi disinteressata apparsa su un importante articolo dello scrittore Joe Queenan che ha fatto il giro del mondo, pubblicato niente meno che sul Wall Street Journal, prestigioso quotidiano americano di economia e finanza.
Va precisato, per non essere fuorvianti, che il risultato cui è giunto lo scrittore non rappresenta un semplice parere di chi l’ha scritto, ma nasce dall’analisi e dall’incrocio dei profili delle mamme di tutti i Paesi e di tutti i continenti, elaborati da psicologi e pedagogisti che hanno studiato le caratteristiche delle mamme dei propri paesi d’appartenenza.
Per arrivare al risultato, e forzando un po’ la mano con le generalizzazioni e forse anche con credenze diffuse, si parte dalle mamme cinesi, definite non a caso mamme “tigri” perché i loro figli sono sottoposti sin da tenere età ad una rigorosa disciplina e nella inflessibilità, sino ad essere legati alla sedia, se non hanno voglia di studiare.
Poi le mamme francesi, che appaiono più flessibili e che non ossessionano i loro figli con le ansie e i timori, ma ci tengono all’alimentazione vietando ai propri figli, a ragione, di mangiare a tutte le ore, ma non sembrano disposte a mettere da parte la loro femminilità. Altre caratteristiche fondamentali, delle donne d’oltralpe è l’insegnamento delle buone maniere e a cavarsela da soli. In poche parole, pensano più ad educare i figli all’autonomia che a garantire loro affetto e protezione.
Ed ancora le mamme gallesi, ben più distaccate e avare di complimenti e di affettuosità, in perfetto stile militare. Per tornare in Asia, sino alla remota Mongolia, qui le mamme sono particolari, perché vivono lontane dai mariti per lunghi periodi, ed i loro figli trattati con affetto e con dolcezza, ma soprattutto vivono in gruppo sin da piccoli. In sostanza, fanno quello che vogliono, in maniera pacifica e rassegnata, senza spinte. Altre mamme da segnalare, perché non basterebbero pagine e pagine per riportarne i profili da tutto il mondo, sono quelle delle isole Fiji, le quali sono solite affidare i loro figli alla natura e al paradisiaco mondo che li circonda, dove i bimbi fanno vivono indisturbati a fare quello che desiderano anche perché non corrono pericoli di sorta. Non si tratta di un vero e proprio disinteresse ad educare, ma di una sorta di agnosticismo educativo. I figli, per così dire, crescono senza sapere esattamente cosa devono diventare, senza ordini né regole.
Ma è dal confronto dei profili delle mamme, che lo scrittore americano emette la sua bella sentenza: “Le mamme migliori sono senz’altro le italiane: amano tantissimo i figli, li trattano con modi affettuosi, li riempiono di coccole, si occupano di loro, sono protettive ma non soffocanti. Per questo i bambini quando crescono diventano veri e propri pilastri della società. E poi le italiane sanno anche cucinare benissimo, regalando amore anche attraverso deliziosi piatti”.
L’articolo in questione, come si diceva, pare abbia fatto il giro del mondo, ma le critiche più dure pare ed ingenerose sull’esito dell’indagine pare siano giunte proprio dagli italiani, se autorevoli psicologi italiani avrebbero sostenuto che il giornale americano si sarebbe limitato a rendere omaggio ad un’immagine di mamma che non c’è più: chioccia, iperprotettiva, disposta a stare ore ai fornelli per accontentare ogni desiderio dei suoi figli. Ma si tratterebbe di un’immagine sbiadita che riguarda il passato, mentre il presente sarebbe generalmente più triste se si pensa che le italiane di oggi siano superimpegnate e divise tra lavoro e famiglia, e delegano sempre più spesso ad altri, a nonni e baby-sitter, molti dei loro compiti.
Forse questa è la dura realtà, che dovrebbe far riflettere le mamme italiane di oggi, ma anche chi è al governo perché chi è nelle istituzioni, per Giovanni D’Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, dovrebbe garantire tutte le tutele possibili per le madri lavoratrici per non cancellare per sempre quella bella immagine della mamma italiana ancora viva nei nostri ricordi e tutt’ora riconosciuta nel resto del mondo.