Sicurezza alimentare. La truffa della carne adulterata: piena di solfiti per farla restare rossa…
La carne non può essere rossa, se lo è ci sono dei coloranti pericolosi. Controllare anche i ristoranti
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E' di ieri la notizia divulgata dallo "Sportello dei Diritti" della sentenza della Cassazione penale che ha confermato la condanna di un macellaio siciliano, evidentemente senza scrupoli, che aveva causato uno shock anafilattico ad una giovane studentessa, con conseguenti gravissime lesioni personali, per aver utilizzato solfiti nella carne venduta nel suo esercizio che era stata consumata dalla malcapitata.
Dopo il comunicato di ieri riteniamo doveroso ritornare sull'argomento perchè la pubblicazione della sentenza arriva subito dopo che proprio in Sicilia, ben 50 macellai, di cui 23 solo di Palermo, sono stati denunciati nei giorni scorsi dai NAS a seguito di numerosi controlli che hanno rilevato che nel 98% della carne controllata erano presenti in grandi quantità solfiti di sodio.
I test effettuati dai militari del NAS e dai veterinari dell'Istituto Zooprofilattico di Palermo sono risultati a dir poco sconcertanti per il massiccio utilizzo di queste sostanze chimiche il cui scopo è solo quello di rendere apparentemente più presentabile la carne, mantenendone a lungo l'originario colorito, senza bloccare il naturale processo di putrefazione.
I solfiti sono, infatti, adoperati come conservanti in numerosi cibi e nelle bevande, fra tutte il vino. Ma, in quanto sostanze chimiche additive, la loro eccessiva concentrazione può provocare gravissime conseguenze per la salute.
Ciò che sta emergendo, rileva Giovanni D'Agata presidente dello "Sportello dei Diritti", è una colossale frode a danno dei consumatori e della nostra salute, che sino ad oggi è rimasta troppo silente anche per la difficoltà a scoprire i colpevoli di queste truffe se non con analisi specifiche.
E' evidente, quindi, che al di là della prudenza dei singoli cittadini nell'acquisto di carne di qualità, cosa che diventa assai difficile per noi consumatori "medi", è necessario che s'intensifichino i controlli a livello dei dettaglianti sia della grande che della piccola distribuzione ed in caso di ulteriori spiacevoli "scoperte" come quella accaduta con l'indagine condotta dai NAS siciliani, bisogna punire i colpevoli con pene esemplari per evitare che si ripetano conseguenze come quella della ragazza siciliana che oggi paga un prezzo troppo alto per un comportamento altrui a dir poco sconsiderato.