Sicurezza: la droga ha invaso il mondo del lavoro
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È quanto emerge da una ricerca dell’INPES, l&\#39;Istituto nazionale francese per la prevenzione e l&\#39;educazione alla salute.
Il consumo di droga sta diventando un fenomeno sempre più diffuso in tutte le fasce di età e in ogni ambiente di vita. Nonostante il consumo di droga sia più diffuso tra le persone disoccupate, sembra che anche chi ha un impiego non riesce proprio farne a meno. La conferma arriva da un recente studio francese pubblicato lunedì che stila una vera e propria classifica dei mestieri che inducono ad essere più o meno dipendenti da determinate sostanze stupefacenti. Si scopre così che nel mondo dello spettacolo spopola la cannabis. Mentre tra gli esperti di comunicazione e agli addetti ai servizi di ristorazione è la cocaina a farla da padrone. L’alcol, invece, impazza tra pescatori, agricoltori e muratori d’Oltralpe. Da notare, infine, che chi lavora nella pubblica amministrazione, istruzione, servizi sanitari e sociali è pressoché immune a questi vizi.
Ma si possono distinguere i diversi tipi di consumatori. Ci sono coloro che prendono le droghe a casa e altri che le assumono sul posto di lavoro.
Altri dipendenti ammettono l&\#39;uso di droghe in modo continuativo al lavoro. In generale, sono quei soggetti occupati sui luoghi di lavoro dove lo stress e la pressione sono molto presenti come commercianti, pubblicisti e manager del marketing. Ma non solo. La cocaina è anche particolarmente popolare nel mondo dell&\#39;intrattenimento e dell’arte: quasi una persona su dieci l’ha assunta almeno una volta nella sua vita. Questa sostanza è anche più comune nel campo dell&\#39;informazione-comunicazione.
Secondo il Dr. Michel Hautefeuille, lo psichiatra dell’ospedale di Marmottan, questi neo-consumatori hanno tutti in comune l&\#39;uso di cocaina come uno stimolante per lavorare.
Negli ambienti di lavoro, dove le condizioni psico-fisiche del lavoratore sono un presupposto fondamentale per garantire la propria sicurezza e quella degli altri, sia il consumo di sostanze stupefacenti è tra i fattori che influenzano negativamente il comportamento dei lavoratori, creando situazioni di forte rischio e condizionando il benessere durante le ore lavorative. Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, ritiene tuttavia che il principale strumento di contrasto delle dipendenze debba essere la sensibilizzazione degli interessati attraverso un’informazione chiara e completa, per ottenere luoghi di lavoro liberi dalle conseguenze negative legate al consumo di sostanze stupefacenti per promuove la salute e la sicurezza attraverso un intervento basato non soltanto sul contrasto al consumo di sostanze psicotrope, ma, più in generale, sullo stile di vita che influenza il benessere complessivo della persona.