Sostanze chimiche pericolose trovate in costumi da bagno. Lo ha dimostrato uno studio di Greenpeace
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Per gli amanti dell'acqua e dei bagni attenzione: Secondo uno studio di Greenpeace in Germania, alcuni costumi da bagno conterrebbero talune sostanze chimiche pericolose. Particolarmente sconvolgente è che le sostanze non sono stati rilevate solo negli articoli di basso livello, ma anche nei prodotti di produttori rinomati.
Lo studio presentato ad Amburgo proprio in data di ieri domenica 27 ottobre, l'organizzazione ambientalista ha testato tali accessori da noti produttori di articoli sportivi nei laboratori di chimica ed ha verificato la presenza di per-e polyfluorinated (PFC) e alchilfenoli etossilati. In più della metà dei campioni è stato trovato il PFC, anche quattro dei cinque campioni contenevano alchil-fenoli etossilati.
Il PFC secondo quanto rilevato da Greenpeace può compromettere la riproduzione e disturbare il sistema immunitario ed endocrino. Gli etossilati sono particolarmente dannosi per l'ambiente. Questi tensioattivi non ionici sono usati per esempio nel tessile, per la lavorazione del cuoio e del metallo. I loro prodotti di degradazione sono tossici, ironia della sorte, soprattutto per i pesci e altri organismi acquatici.
Lungi dal voler creare comprensibili allarmismi, Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", si unisce comunque all'appello di Greenpeace che ha richiesto ai produttori tessili, tramite l'esperto chimico Manfred Santen, di vietare comunque sostanze chimiche nocive dalla produzione.
Non si tratta di qualcosa d'impossibile, perché molti di questi prodotti possono essere sostituiti nei processi produttivi da sostanze non pericolose o assai meno dannose per l'ambiente. Basti ricordare che alla fine del 1980, l'industria tedesca ha già deciso di rinunciare agli alchilfenoli etossilati nei detergenti, il che costituisce un possibile modello da seguire nell'immediato per i produttori di articoli sportivi.