Stop alla violenza sulle donne: l'Italia ha bisogno della banca dati del DNA
Mentre in Inghilterra e Usa la banca dati del DNA è un efficientissimo strumento contro il crimine, in Italia è tutto fermo
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Il componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti"Giovanni D'AGATA, ritiene opportuno di fronte all'aumento esponenziale su tutto il territorio nazionale di atti di violenza ed abusi sulle donne, rilanciare il progetto del Generale Luciano Garofano - il noto ex comandante del Ris dei Carabinieri di Parma – che da diverso tempo ha elaborato una proposta per arginare la criminalità per il tramite dell'istituzione di una Banca Dati del DNA.
Esiste già in Parlamento un disegno di legge trasversale presentato nel corso della precedente legislatura che ha subito uno stop il suo iter legislativo per i problemi connessi alla tutela della privacy e della libertà che un archivio di dati personali potrebbe comportare. Infatti, dopo averne approvato la legge nel 2009, ad oggi, non ha ancora ricevuto il via libera per la sua applicazione con i decreti attuativi. Pertanto, mentre in Inghilterra e Usa la banca dati del DNA è un efficientissimo strumento contro il crimine, in Italia è tutto fermo. Ma in presenza di una spirale così odiosa di delinquenza nei confronti delle donne - che è divenuto un vero e proprio problema di ordine pubblico, in alcune città - occorrerebbe una poderosa accelerata all'iter legislativo per la creazione di quest' importante contenitore di informazioni genetiche che conservi l'impronta genetica quantomeno di tutti coloro che si sono resi colpevoli di reati gravi ed in particolare di "violenza sessuale" e che scoraggerebbe chiunque a mettere in atto forme di violenza di tale stregua, permettendo alla magistratura e alle forze dell'ordine di svolgere indagini più rapide, efficaci e meno dispendiose. Per non parlare dell'efficacia di una simile banca dati nelle indagini sui reati connessi al terrorismo, alle associazioni mafiose, agli omicidi, ed alla pedofilia.
Giovanni D'Agata, ritenendo che l'idea del generale Luciano Garofano possa contemperare l'esigenze di tutela della Privacy e della libertà, con quelle della pubblica sicurezza e della tutela della persona, in particolar modo delle donne e dei bambini, tutti diritti costituzionalmente garantiti, perorerà presso tutte le sedi competenti al fine di una rapido compimento dell'iter legislativo.