Sud Atomico”, libro-inchiesta della giornalista Marisa Ingrosso
Svela la "filiera atomica" italiana in Basilicata
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Estrazione di plutonio puro (il migliore per le bombe), frenetica attività di ricerca in impianti ufficialmente “chiusi”, incidenti radioattivi che coinvolgono i lavoratori, esperimenti a centinaia di metri di profondità: i documenti ufficiali degli archivi storici delle maggiori organizzazioni internazionali e americane per il nucleare svelano verità scioccanti su cosa è accaduto nell’ambito della “filiera atomica” italiana, in Basilicata, Sicilia e Puglia; il tutto viene raccontato dalla giornalista pugliese Marisa Ingrosso nel libro-inchiesta “Sud Atomico”. I documenti squarciano la cortina di silenzi e menzogne di Stato, aiutano a ricostruire un passato che è attuale quanto i cancerogeni che oggi sono nelle acque di falda o i progetti per i due depositi nazionali delle scorie (uno per quelle a basse/media radioattività e l’altro, che dovrà riuscire a sfidare i millenni, per quelle ad alta radioattività).
“Il nucleare non è archiviato. Oggi gli italiani pagano caro (in bolletta elettrica) lo smantellamento di centrali, laboratori e depositi sia pubblici sia privati – afferma l’autrice – Milioni di euro che, evidentemente, non sono sufficienti a “comprare” anche una gestione sicura e democratica del nucleare. E’ proprio per la mancata adozione del piano di sicurezza del combustibile delle centrali e dei rifiuti radioattivi che il nostro Paese è stato deferito alla Corte di giustizia europea. Quanto alla democrazia, l’ho sperimentata in prima persona. Per informare i lettori di quali fossero i piani di bonifica approvati, ho chiesto di visionarli. Mi è stato opposto il segreto di Stato”.
Marisa Ingrosso è una redattrice de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, vincitrice del primo “Premio nazionale per la divulgazione scientifica” Ail-Cnr. Il libro “Sud Atomico” edito da Radici Future editore, da metà ottobre sarà in libreria e disponibile su Amazon.