Torna il boia in Giordania e Pakistan, ombre su moratoria
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Passo indietro nella campagna per l'abolizione della pena di morte in tutto il mondo: undici impiccagioni sono state eseguite in Giordania, le prime nel Paese da otto anni, e altre sei in Pakistan, che ha revocato la moratoria dopo il massacro nella scuola di Peshawar.
Proprio a pochi giorni dalla nuova risoluzione dell'Onu che aveva allargato a 117 il fronte dei Paesi abolizionisti. Le esecuzioni in Giordania, stamane all'alba, hanno riguardato undici condannati per omicidi comuni, senza legami con la politica o il terrorismo, e si è trattato delle prime dopo una moratoria non dichiarata durata otto anni.
Una decisione, questa, che è sembrata andare incontro al sentimento della popolazione, almeno a sentire il governo, secondo cui l'opinione pubblica ritiene che l'aumento dei reati derivi dalla mancata applicazione della pena capitale. Al momento, nel Paese arabo, sono 122 le persone condannate a morte che fino ad oggi avevano beneficiato della moratoria di fatto in vigore dal 2006. E a questo punto la loro sorte si fa più incerta.
In Pakistan, invece, è stata l'emergenza terrorismo a riavviare la macchina delle esecuzioni. Dopo il massacro di Peshwar dello scorso 17 dicembre, costato la vita a 148 persone, quasi tutti bambini, il premier Nawaz Sharif ha revocato la moratoria sulle esecuzioni, limitatamente ai terroristi, che vigeva dal 2008. E tra venerdì e oggi sei persone sono state impiccate perché ritenute colpevoli di tentativo di assassinio dell'ex presidente pachistano, il generale Pervez Musharraf. Almeno un'altra decina di persone dovrebbe finire sulla forca nei prossimi giorni.
Le notizie che arrivano da Giordania e Pakistan, entrambi Paesi del mondo musulmano, gettano un'ombra sulla campagna abolizionista, che appena giovedì scorso aveva ottenuto un nuovo successo all'Assemblea Generale dell'Onu: 117 sì per la moratoria, con 6 voti in più rispetto al 2012.
Come tutte le risoluzioni dell'Assemblea Generale anche quella sulla moratoria non è vincolante, ma ha un forte peso morale. Dal 2007 viene votata ogni due anni, e da allora la tendenza è stata ad un aumento dei sì. Queste ultime impiccagioni, però, lasciano intendere che la battaglia per la moratoria universale delle esecuzioni sarà ancora lunga.