Tossine industriali nel sangue degli svizzeri. Livelli allarmanti anche nei bambini.
La rivista svizzera «Saldo» ha incaricato un laboratorio di testare i livelli di PFAS nel sangue di 35 persone residenti in Svizzera. Il risultato? Sono stati trovati ovunque. Gli esperti chiedono misure urgenti per ridurre queste sostanze
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Un'indagine della rivista svizzera d'informazione e di difesa dei consumatori «Saldo» sugli PFAS, sostanze chimiche perpetuanti, rivela che le tossine industriali sono frequentemente presenti nel sangue. Su tutte le 35 persone esaminate in Svizzera, compresi i bambini, avevano sostanze chimiche PFAS nel sangue. In 29 partecipanti i livelli erano così alti da non poter escludere danni alla salute. Anche i bambini hanno già livelli pericolosi di queste sostanze nel sangue. La rivista ha infatti incaricato un laboratorio di analizzare il sangue di 35 persone residenti in Svizzera. Il risultato? Gli PFAS erano presenti in tutti i campioni. Solo tre dei partecipanti avevano livelli sufficientemente bassi per non preoccuparsi delle conseguenze sulla salute, mentre tre donne presentavano livelli così elevati da rendere «acuta la necessità di intervenire per ridurre l'esposizione». A effettuare l'analisi è stato il laboratorio «Medica» di Zurigo. È emerso che tutti i partecipanti, di età compresa tra i 7 e gli 89 anni, presentavano queste sostanze chimiche nel sangue. Le sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (PFAS) sono composti chimici antropogenici. Ciò significa che non sono presenti naturalmente nel nostro ambiente, ma sono stati prodotti artificialmente dall'uomo. In totale, vengono prodotte diverse migliaia di PFAS diversi, che hanno proprietà idrorepellenti, antisporco e antigrasso. Queste sostanze chimiche sintetiche sono state utilizzate nell'industria a partire dagli anni '70. Si trovano, ad esempio, nei materiali di rivestimento, nella carta e nel cartone rivestiti, negli utensili da cucina con rivestimenti antiaderenti, ma anche nei pesticidi, nei cosmetici e negli estintori che formano schiuma. Fra gli PFAS ci sono, ad esempio, l'acido perfluoroottanoico (PFOA), vietato in Svizzera dal giugno del 2021 e l'acido perfluoroottansolfonico (PFOS), bandito già nel 2011. Per la maggior parte degli PFAS, però, non esistono divieti. Fra i 35 partecipanti, il livello più alto è stato riscontrato in una 76enne. La donna, che aveva già subito un'operazione a causa di una malattia cardiovascolare, teme che gli PFAS l'abbiano fatta ammalare. In effetti, le sue preoccupazioni non sono infondate, in quanto degli studi hanno dimostrato che il PFOA e il PFOS possono influenzare il sistema ormonale e immunitario e aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. Sono possibili anche danni al fegato e un aumento dei livelli di colesterolo. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il risultato dell'analisi è preoccupante e chiede che gli PFAS siano vietati. Secondo gli esperti gli PFAS rimangono nell'organismo per anni, e che anche un basso livello di contaminazione da PFOS e PFOA rappresenta un rischio di cancro. Poiché gli PFAS si trovano anche nelle acque sotterranee, è quasi impossibile proteggersi. Le fonti di PFAS, dunque, devono essere eliminate. In assenza di misure, la concentrazione di queste sostanze è destinata ad aumentare.